Cambio vita: da Anzio a Liverpool... solo per seguire i Reds
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 02/12/2016 -

Cambio vita: da Anzio a Liverpool... solo per seguire i Reds

profile picture
profile picture

Ci sono davvero poche altre città in Inghilterra che, come la bella e affascinante Liverpool, vivono per il calcio. Londra oltre alle sue decine di squadre ha tanto altro a cui pensare, è il centro economico del paese e il motore principale di tutta la nazione, quindi lo sport, seppure contribuisca in modo rilevante, è solo una piccola parte di un sistema complesso. Di pari passo Manchester, una città che ospita due delle squadre più forti e ricche al mondo, con alcuni dei migliori talenti della storia del calcio ma che con il recente e ancora attuale sviluppo economico sta subendo cambiamenti costanti e repentini dove il calcio fa la sua comparsa solo in minima parte. E poi c’è Liverpool.

Liverpool è sempre stata vista come la città di riserva. Ma con il tempo si è presa le sue rivincite, è cresciuta, è migliorata e anche grazie al calcio, sta vivendo un periodo di cambiamento. E proprio in una nostra recente trasferta abbiamo conosciuto un ragazzo che Liverpool ce l’ha nel cuore, oltre che tatuata sulla pelle, e che da circa 9 mesi ha deciso di farla diventare la propria città, abbandonando l’Italia, insieme agli amici e a un lavoro a tempo indeterminato.

Il suo nome è Mario Djuninski, un ragazzo nato in Bulgaria nel 1989 ma che ha passato gran parte della sua vita in Italia, precisamente ad Anzio. Prima per un breve periodo dal 1991 al 1994 e poi in pianta stabile dal 2000. La sua passione per i Reds comincia nel lontano 1997, quando quasi per sbaglio si ritrova davanti alla tv a guardare un Liverpool-Grimsby Town di Coppa di Lega. Le emittenti televisive ai tempi ancora non si davano troppa battaglia e quelle poche partite che venivano trasmesse erano vissute quasi come un evento. E cosi fu per Mario che quel giorno si innamorò non solo del Liverpool ma anche di uno dei suoi giocatori più iconici e caratteristici: Michael Owen. Il talentino inglese, ex Pallone d’Oro, quella sera segnò una tripletta, quasi per confutare ogni dubbio sulla sua forza. Ma per un bimbo di 8 anni che il pallone fino a quel momento lo ha visto e giocato solo per strada è già quanto basta per capire quale direzione seguire, come lui stesso ci racconta: “All’inizio ovviamente ero troppo piccolo, ma da quel giorno il colore rosso di Liverpool mi entrò dentro. Quando mandavano le partite in diretta non me ne perdevo una, anche se a quei tempi era un evento più unico che raro. Trasferitomi in Italia iniziai ben presto a dare un seguito a quella passione che era nata quasi per caso ma che mi aveva rapito il cuore. La mia prima partita vista dal vivo fu Roma-Liverpool del 5 dicembre 2001, valida per la Champions League. Non avrei mai immaginato che sarebbe stata la prima di una lunga serie.

La sua voglia di Liverpool e il suo amore per quella maglia rossa lo hanno portato negli anni a viaggiare con sempre maggiore frequenza e tra gioie e dolori, la sua passione si è sempre fatta più forte. “A metà degli anni 2000 andavo nei centri scommesse per vedere il Liverpool. Tante volte non lo mandavano in onda, cosi facevo di tutto per far cambiare idea al titolare. A casa non avevamo la pay tv e quella era la mia unica speranza. Ne ho provate di tutti i colori ma alla fine i miei idoli riuscivo sempre a vederli. Il giorno del mio 17° compleanno però è quello che non dimenticherò mai, non solo perché ero presente ma perché quella sera, per ogni Scouse, è LA sera. La sera che ha segnato molte vite e che nel tempo verrà tramandata nel libri di storia”.

Di quale partita sta parlando? Ovviamente della finale di Istanbul, quella nella quale il Liverpool, sotto di 3 reti a 0 nel primo tempo, riuscì a rimontare il Milan sul 3-3, battendolo poi ai rigori. Mario è nato proprio il 25 di Maggio e quella notte se la ricorda ancora benissimo: “Non ci sono parole per descrivere l’emozione che provai. Per me fu, tra le altre cose, un punto di svolta. L’anno successivo, compiuti i 18 anni, ho iniziato a viaggiare in modo più costante per seguire dal vivo le partite del Liverpool. Negli ultimi anni ogni due settimane prendevo l’aereo da Ciampino in direzione Manchester per poi il treno diretto e arrivare nella mia amata città. Ci rimanevo solo qualche ora, poche volte prolungavo la mia sosta di qualche giorno, ma ogni volta era un’emozione unica”.

Alla soglia dei 27 anni però, qualcosa nella sua mente è scattato. Perché farsi quei viaggi ogni volta, spendendo migliaia di euro, quando potrebbe tranquillamente vivere lì? Neanche il tempo di pensarci la seconda volta che un altro volo era stato prenotato: questa volta era quello definitivo, quello del trasferimento a Liverpool. “Ad Anzio ho lasciato tutto. Gli amici, la mia famiglia e un lavoro a tempo indeterminato. Qui mi trovo benissimo, vivo bene la mia vita e soprattutto sono vicino alla squadra. Questa città ti offre tanto sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista relazionale. Ho molti amici e vado d’accordo con tutti, anche se qui non è difficile. Gli scouse sono un popolo legatissimo alle proprie origini e molto socievole, accogliente e cordiale. Ti sembra di essere all’interno di una grande famiglia”.

Mario, che di professione fa il pasticcere, ha avuto la fortuna di trovare lavoro nel suo campo e di avere un capo che come lui condivide la passione per il Liverpool, cosa che non è da poco, anzi. “Ho avuto fortuna, tanta fortuna. Spesso mi lascia due ore di permesso, giusto il tempo di andare a casa, prendere la sciarpa, andare allo stadio e tornare al lavoro. Questo mi permette di andare a vedere tutte le partite dei ragazzi senza rischiare di perdere il mio impiego. Il massimo è quando mi concede la giornata intera. Abito a 15 minuti da Anfield e ogni volta, andata e ritorno, mi godo la passeggiata prima e dopo la partita. Ma ora che ho realizzato il mio sogno, non intendo di certo fermarmi qui, anzi. Questo è solo l’inizio”.

Mario vive in pianta stabile a Liverpool da soli 9 mesi e il suo futuro non lo vede in Italia, ne ora ne tra qualche anno. Vuole crescere e stabilizzarsi in Inghilterra, crearsi un futuro e vivere la propria vita passo dopo passo. Ovviamente con un unica grande certezza: il Liverpool FC.


Andrea Pettinello - Il Calcio Inglese



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!