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Data: 13/01/2017 -

Brotherood Gagliardini, Andrea racconta Roberto: "Non soffre la pressione e adora l'NBA. Il passaggio all'Inter fu un mix di felicità e tristezza"

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Brotherhood. Fratellanza da Serie A, quella targato Gagliardini. Andrea e Roberto, il nuovo acquisto dell'Inter. Di due anni più giovane del fratellone, che nell'intervista rilasciata al 'Corriere dello Sport' ha raccontato aneddoti e segreti sul loro rapporto, la loro vita: "Non ci sentiamo ogni giorno ma sappiamo di esserci sempre l’uno per l’altro".

Una passione comune per i calcio nata grazie "ai nostri genitori, due insegnanti di educazione fisica. Mio padre è stato il nostro primo allenatore al Mariano di Dalmine. Un giorno Bonifacio, storico osservatore dell’Atalanta, venne e ci portò in nerazzurro: era venuto per me, ci prese entrambi. Dei ’94 dell’Atalanta mio fratello è stato il primo".

Anche Andrea gioca a calcio, precisamente "nel Verdello in Eccellenza, sono un difensore. Il mio idolo da bambino era Ronaldo; mentre mio fratello aveva occhi solo per Zidane ed ora si rivede molto in Pogba".

Per papà e mamma mai nessuna preferenza verso i calciatori di casa: "I nostri genitori si alternano quando giochiamo in contemporanea. Io li invito sempre ad andare a vedere Roberto che gioca partite di un certo livello, ma non vogliono fare differenze. In casa eravamo già abituati alla sua assenza visto che viveva da solo con la sua ragazza. Spesso andavo da lui a giocare alla Play. Gli piace molto il basket: se c’è una partita importante di NBA si fa la nottata davanti alla tv".

Nessun dubbio sulla partita di Roberto preferita per Andrea: "Contro la Roma ha sovrastato De Rossi e si sono scambiati la maglia a fine partita. Quando sono tornato a casa ho rivisto la partita per tutta la notte".

Una vita passata passata insieme all'Atalanta, ora vederlo all'Inter fa davvero un certo effetto: "Eravamo insieme nell’Atalanta ma in due squadre diverse visti i due anni di differenza. In allenamento ci vedevamo spesso, per il resto stavamo sempre insieme: tornavamo da scuola, mangiavamo e andavamo ad allenamento in pullman, seduti vicini. Il difficile veniva quando dovevamo metterci a studiare dopo gli allenamenti, i miei genitori ci tenevano che andassimo bene a scuola".

Il ricordo più bello? "Il torneo vinto insieme all’oratorio ai tempi del Mariano quando avevamo 8 e 6 anni. In vacanza in Sicilia invece io e mio fratello da soli giocavamo le partitelle contro altri 5 o 6 amici e vincevamo sempre".

Focus sul carattere di Roberto: "Mio fratello è un ragazzo che non soffre la pressione, molto freddo. In campo vede cose che altri non vedono: ero sicuro che in A avrebbe fatto meno fatica che in B. Ma ha un grande difetto: dimentica sempre le cose. Ha perso un sacco di volte il cellulare… Per fortuna che c’è chi gli ricorda sempre tutto, Nicole, la sua ragazza".

Storia di ricordi e di sliding doors: "Io ho giocato con Baselli, Sportiello, Zappacosta e Suagher. Sono uscito dalla Primavera e ho fatto due anni di B ad Ancona, poi è saltata una possibilità in C ed ho deciso di mettere il calcio in secondo piano per concentrarmi sullo studio. Mio fratello invece dopo la Primavera ha subito vinto il campionato in B col Cesena. Mia madre voleva che iniziasse l’università ma gli ho consigliato di concentrarsi solo sul calcio".

E pensare che "fui io a mandargli il messaggio della convocazione in Nazionale mentre lui si trovava in U21. Pensava scherzassi, poi ha capito…"

Invece la chiamata per confermare il passaggio all'Inter "fu un mix di felicità e tristezza ma gli ho detto che i treni passano una volta sola. Andrò a vedere all’esordio ma non voglio dirgli nulla per non rompergli le scatole, lo faranno già gli amici".

Infine, un sogno nel cassetto anche per Andrea: "Mio padre sicuramente conserverà la maglia dell’Inter di mio fratello: ha uno stanzino dove ripone ogni cimelio. Il mio sogno invece è conoscere Javier Zanetti: l’esempio migliore di come col sacrificio ed il lavoro possa arrivare ovunque. Mi piacerebbe stringergli la mano e mi sono emozionato tantissimo nel vederlo al fianco di Roberto".



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