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Data: 16/12/2016 -

Bari-Avellino, che sfida per Debora Novellino: zio in panchina da ‘avversario’, ma “che vinca il migliore”

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19 anni, radici a Pulsàno (in provincia di Taranto) ma di stanza all’ombra di San Nicola da tre anni ("Qui sto bene"), “Javier Zanetti” come modello calcistico e una partita che non può esserle indifferente all’orizzonte: Bari-Avellino per Debora Novellino, professione difensore centrale in serie B con la maglia della Pink Bari, sarà soprattutto l’incrocio tra la squadra della città della quale difende i colori e nella quale vive da tre anni e la formazione allenata da suo zio. Walter, per tutti “Monzon”, in sella alla panchina dei lupi da due settimane e chiamato a dare una sterzata a una classifica che vede Ardemagni e compagni in penultima posizione. Il calcio è un affare di famiglia per Debora: zio centrocampista offensivo, suo padre Giuseppe attaccante con trascorsi a Empoli, Taranto e Jesi, coronati da un esordio in A con la Fiorentina. Esempi da seguire, ma non nel ruolo: “Già quando avevo 4 anni mi allenava mio padre nella scuola calcio di Pulsano-racconta Debora-e con lui mi seguiva mio fratello Walter (omonimo di suo zio, ndr): è stato lui a spingermi a giocare in difesa. E da allora non ho più cambiato ruolo”. I primi calci nel Real Pulsàno, dove ha giocato per 11 anni nelle formazioni miste. Raggiunta l'età massima per giocare con i maschi è passata al calcio a 5 femminile incrociando sua sorella Donatella.

Ruolo no, ma l’evoluzione c’è stata: “Mi muovevo da terzino, poi mi sono spostata al centro della difesa”. Il modello in biancorosso, però, resta in fascia: “Mi piace il modo di giocare di Sabelli”. Domani sarà sugli spalti, per “90 minuti più lunghi del solito” sorride. Vive un momento felice con la Pink, la Novellino: “Abbiamo un grande gruppo, qui non ci sono tante pressioni e quest’anno i risultati ci stanno premiando. La mia stagione? Per ora sono soddisfatta, ma tendo a non accontentarmi mai”. Il carattere, quello che la accomuna a zio Walter: “Mi dice che sono una tenace, che non molla mai, da sempre. Ce l’ho nel sangue”. Sanguigno lo è Novellino in panchina, ma “non a casa: parliamo poco di calcio quando siamo insieme, lui è uno che dà tanto per la famiglia”.

Il 2016 non è stato un anno qualunque per Debora, eletta 'prima bellezza dell'anno' al concorso di Miss Italia nella speciale categoria Miss 365. “Una bella esperienza, diversa ma al tempo stesso formativa-ricorda lei-sono stata eliminata alle prefinali di Miss Italia a Jesolo per un soffio, ma sono giorni che porterò nel cuore e mi hanno anche aiutato a capire quanti veri amici ho intorno”. Non ha portato a casa trofei, ma ha dato spettacolo al provino, sostenuto…palleggiando. “Le compagne di squadra mi hanno anche preso in giro per questo-ride-ma nessuna mi ha sfidato nei palleggi”. La tensione a Jesolo era “alta, ma mai quanto prima di una importante partita di calcio”. I suoi account sui social raccontano la vita di una teenager qualsiasi, divisa tra i banchi dell’istituto “Le Noci” di Bari, i selfie con le compagne di squadra e un sorriso predominante.Lo spirito da combattente è quello del rettangolo verde, mentre i sogni nel cassetto sono due: “Indossare la maglia della Nazionale e in futuro riuscire a condurre una trasmissione sportiva, mi piacerebbe. Troppo muscolosa per rappresentare il calcio femminile? No, questo è uno sport per donne alla pari di danza, piscina e pallavolo”. Domani sarà in tribuna, non da spettatrice qualunque: “Spero che Bari e Avellino raggiungano i loro obiettivi a fine stagione. Domani? Che vinca il migliore”.



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