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Data: 03/03/2017 -

Alessandro Moggi: "In certi momenti puoi pensare anche al suicidio: miei figli mi hanno dato la forza"

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Alessandro Moggi si racconta. Il figlio del più famoso Luciano sceglie un'autobiografia e le pagine de La Gazzetta dello Sport per dire la sua sulla vicenda che ha coinvolto il padre e la Gea World, la loro agenzia. "Gli eventi mi hanno fatto crescere, ma non mi hanno cambiato. Semmai mi hanno migliorato" - attacca Moggi junior - "A poco più di 30 anni è un pugno in faccia scoprire che il tuo mondo non c’è più. Ti senti perso e magari pensi anche al suicidio. Per fortuna, però, i miei figli mi danno ogni giorno la forza per andare avanti. Sapevo che c’era una guerra tra bande. Così amici e nemici seguivano certe dinamiche. Io ho tessuto una serie di rapporti importanti grazie alla fiducia conquistata nell’ambiente per le relazioni umane e la stima professionale. Di recente, ad esempio, ho chiarito con Lele Oriali che ai tempi dell’Inter fece pressioni su Materazzi perché cambiasse agente".

Rapporti con Zeman, Preziosi e De Laurentiis: "Fa il moralista, ma i fatti dicono che non può farlo: come quando venne a Napoli. Aggiungo che non è coerente. Basta rileggere le frasi dure su Sebastiani quando gli preferì Oddo l’anno scorso. Ora è tornato a Pescara come se nulla fosse. Litigio con Preziosi? Mi è spiaciuto molto perché gli sono affezionato. Quest’estate il blitz del Milan per Lapadula ha preso tutti in contropiede e per questo motivo sarò sempre pronto per un chiarimento. De Laurentiis? Ciascuno sceglie le proprie frequentazioni. Alla lunga bisogna misurare le emozioni per non farsi condizionare nel momento in cui va chiuso un affare. Con il proprietario del Napoli non è facile rapportarsi, lo provano i suoi veti a orologeria, ma le cose vanno e vengono".

Stima speciale per Lotito: "La puntualità non è il suo forte: come mio padre. A volte ti dà appuntamento alle 19, vai a mangiare e lo vedi dopo cena. Ma lo stimo molto, non è amato da tutti: in Italia ti perdonano tutto tranne il successo. Colleghi? In media ho buoni rapporti, nonostante le naturali gelosie. In Italia c’è una pattuglia di professionisti di livello. Non soffrono i super gettonati Mendes e Raiola. Io sono soddisfatto dei risultati raggiunti. Anche perché sono frutto del mio lavoro. Nel mio mestiere se non hai i numeri ti possono perdonare il primo errore, ma il secondo no. Le parentele non contano".

Rapporti con il padre: "Ottimi. Lui e mia madre mi hanno educato al meglio. Su Calciopoli è meglio non entrare: avrei troppo da dire. Figli? Ludovica ha 13 anni e una grande passione per l’equitazione. Vince spesso e ora è alle selezioni per Piazza di Siena. Invece Luciano ha 15 anni, va allo scientifico e fa boxe. Ma soprattutto vive di calcio e vuol fare il procuratore. Io preferisco che studi all’estero, faccia un bel master e scopra il mondo. Questo mestiere è troppo pericoloso. Servono doti particolari. Come dice mio padre, per andare a teatro devi saper recitare. A quale attore paragono mio padre? Direi a De Niro, un big. Del resto c’era anche nel Padrino, no?(sorride divertito)".

Ultime curiosità: "Viaggio tanto, è una vita disordinata. Perciò mi sono affidato a un personal trainer: fosse per lui dovrei mangiare tacchino a pranzo, con 6 pasti al giorno. Non ci riesco, ma quando posso mi alleno. E non certo per mostrare i muscoli".



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