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Data: 16/05/2017 -

1993 - La Serie: da Dybala a Belotti, fino a Icardi: anche il calcio ha la sua rivoluzione

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L’anno del terrore, Tangentopoli e Mani Pulite: si districa tra questi scenari 1993, la serie targata Sky che andrà in onda questa sera su Sky Atlantic HD dalle 21.15 con le prime due puntate. Dopo il grande successo di 1992, ecco la decisione di raccontare anche un altro anno cruciale per la storia del nostro paese: 365 giorni che hanno rivoluzionato anche il calcio. Come? Per capirlo, basta un semplice elenco: ecco la nostra top 11 dei calciatori nati nel 1993.

Dybala

E’ diventato ormai grande Paulo Dybala, definitivamente esploso. Si è preso sulle spalle la Juventus nei momenti più delicati della stagione e l’ha trascinata fino alla finale di Cardiff. Meno gol in campionato rispetto allo scorso anno, ma una costanza di rendimento da campione. In Champions League ha trovato il suo palcoscenico ideale: un gol al Porto, uno alla Dinamo Zagabria. Poi i due più belli, quelli al Barcellona, che hanno spianato alla Juventus la strada della finale. Da Palermo al tetto d’Europa, il passo è stato breve: ormai Dybala non è più U picciriddu, ma uno dei migliori talenti in circolazione.

Pogba

“Mister 100 milioni”, etichetta difficile da rimuovere: lo sa bene Paul Pogba. Tanto è costato il trasferimento in estate dalla Juventus al Manchester United. Appena ventenne e già centrocampista totale: ci ha messo poco il francese per farsi notare dai maggiori club europei. Sbarcato a Torino a costo zero, andato via dopo quattro anni come uno dei migliori al mondo. Nel mezzo magie, gol, giocate spettacolare e trofei: ha vinto tanto, quasi tutto. In Europa potrebbe farlo quest’anno con il Manchester United, che il 24 maggio contenderà all’Ajax l'Europa League.

Kane

Se lo chiamano “L’uragano” un motivo ci sarà. E’ una forza della natura Harry Kane, travolge difese e portieri. E segna sempre. Fin da piccolo, in ogni categoria e ad ogni latitudine. Basta guardare i numeri: 71 gol in 111 presenze di Premier League, 22 finora in campionato. Un trascinatore vero, nonostante la giovane età, tanto da guadagnarsi il posto da titolare in Nazionale a soli 21 anni. Con il Tottenham vola, anche se Conte gli ha scippato il titolo già da una settimana. Ma se gli Spurs sono sempre stati lassù, parte del merito è anche dei suoi gol.

Icardi

Sta ricevendo critiche Mauro Icardi, come tutta l’Inter del resto. La squadra stenta, lui meno. E’ il capitano e simbolo, è anche il trascinatore. In una stagione in cui sono transitati tre allenatori diversi lui è sempre rimasto là, al centro dell’area. A fare quello che gli riesce meglio: i gol. La squadra non gira? Poco male, all’argentino basta un pallone per fare centro. Attaccante letale, di quelli che non perdonano. Quest’anno è già a quota 24 a due giornate dal termine. Numeri importanti, che però ancora non lo hanno portato a diventare protagonista in Nazionale, dove negli anni non è mai riuscito a trovare spazio. Una macchia su una carriera appena iniziata e già splendente, destinata solo a migliorare.

Lukaku

Storia strana quella di Romelu Lukaku: goleador implacabile nelle giovanili dell’Anderlecht, oggetto misterioso dopo il passaggio al Chelsea. Esperienza sfortunata coi Blues, terminata con l’errore dal dischetto contro il Bayern Monaco in Supercoppa Europea. Finale triste, ripartenza esplosiva: da Londra a Liverpool, dal Chelsea all’Everton, Lukaku è tornato una forza della natura. Quattro stagioni con i Toffees e una media realizzativa salita di anno in anno, fino all’esplosione definitiva avvenuta in questa stagione: 24 reti in campionato e capocannoniere della Premier League. Gol e rivincita, adesso Lukaku vuole tutto.

Belotti

Ecco il primo italiano di questa speciale classifica. Segni particolari? Alza sempre la cresta e quando segna canta. Lo fa spesso “il gallo”, vice capocannoniere della Serie A. Ascesa inarrestabile la sua: da punta promettente a Palermo ad attaccante totale a Torino. Fa tutto adesso: corre come un dannato, insegue gli avversari e soprattutto fa gol. Tanti, tantissimi. Si è un po’ fermato nell’ultimo periodo Belotti, non segna da quattro partite, ma la lo scettro di capocannoniere dista solo due lunghezze. E sicuramente farà di tutto per appropriarsene.

Draxler

Figlio della generazione d’oro tedesca, quella che negli ultimi anni ha sfornato fenomeni in serie e vinto il Mondiale del 2014. E proprio in Germania Julian Draxler si è fatto conoscere al grande calcio. Con la maglia dello Schalke 04 prima e del Wolfsburg poi, diventando uno degli esterni più talentuosi del panorama calcistico europeo. Tanta corsa, dribbling a volontà e un’innata predisposizione all’assist. Qualità che hanno attirato anche le attenzioni della Juventus. La risposta però è stata “no grazie”, e chissà se ora si sta mangiando le mani. Nel frattempo è volato al PSG, dove però ancora non è riuscito a mostrare tutto il suo talento.

Carrasco

Un po’ portoghese, un po’ belga. Soprattutto talentuoso. Corsa da terzino e piedi da trequartista, quest’anno si è scoperto anche goleador. Prima l’esperienza al Monaco, poi l’esplosione in Spagna, all’Atletico Madrid, dove Simeone gli ha disegnato un ruolo tutto suo. Yannick (Ferreira, con cognome paterno messo in ombra sulla maglia per non aver mai conosciuto il genitore) Carrasco non ha mai deluso, dando sempre tutto. Già 10 gol in campionato, 14 in totale. Punto fermo del Belgio e unico calciatore belga ad aver segnato in una finale di Champions League.

André Gomes

35 milioni di parte fissa più 20 legati al rendimento: se il Barcellona arriva a spendere queste cifre per un giocatore un motivo sicuramente ci sarà. Quello di André Gomes risiede tutto nei suoi piedi. Precisi, dolci, anche letali. Portoghese di nascita, spagnolo d’adozione. E’ lì che è esploso, al Valencia. Due stagioni entusiasmati, culminate con la convocazione per gli Europei in Francia. Il verdetto è noto a tutti: Portogallo campione d’Europa e Andrè Gomes protagonista. Non sono passate sotto traccia le sue prestazioni. Anzi, hanno incantato e convinto il Barcellona ad acquistarlo. In blaugrana non ha sempre trovato spazio, ma si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa. Destinato a dare, nel tempo, qualcosa in più ai suoi.

Felipe Anderson

La Lazio vola in campionato, Felipe pure. Ma sulla fascia. Già, perché da quest’anno il brasiliano è diventato ala, a volte anche terzino. Fa un po’ di tutto, e lo fa bene. Inzaghi chiede, lui obbedisce, per il bene della squadra. Corre su e giù, pressa avversari e crea occasioni, perché il talento vale in ogni zona del campo. Ha segnato meno quest’anno Felipe, ma è uno dei migliori assistman della Serie A. Quando decide che è la sua giornata non ce n’è per nessuno: a volte invece sonnecchia un po’, ma gli basta uno scatto, un dribbling per decidere una partita. E quest’anno è successo parecchie volte.

Suso

E chi se lo aspettava un Suso così? Non molti forse. Eppure eccolo lì, a trascinare il Milan con le sue giocate. E pensare che in rossonero c’era già stato: il ricordo però non era dei più positivi. E’ bastato il prestito al Genoa per rinascere e mettere in mostra tutto il suo repertorio: corsa, dribbling, assist e l’immancabile tiro a giro col mancino, uno dei suoi marchi di fabbrica. Qualità importanti che hanno convinto Montella a riportarlo a Milano, dove lo spagnolo ha dimostrato di essere uno dei migliori in questa stagione. Sei gol in campionato e la doppietta nel derby che ha fatto breccia anche nei cuori dei tifosi rossoneri.



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